ALESSANDRO CAVAZZA - Cantante Orchestra Bazza Ze Norzs

Parlare dei New Hyronja è al tempo stesso facile e difficile. Soprattutto perchè se alle prime è un gruppo che, al pari dei suoi colleghi, può venire liquidato con la classica frase "va beh fanno poi del demenziale eh!", in verità si presenta come una situazione decisamente più complessa.
Complessa poichè in continuo divenire ed, a mio modesto avviso, non ancora con le idee (od il coraggio) chiare.
New Hyronja, è bene ricordarlo, sono stati il rock demenziale a Bologna per il periodo di vuoto intercorso tra la fine dei vecchi Skiantos e la rinascita del genere ad opera di Atroci, Orchestra Bazza the Norzs, Gem Boy, Big Anal ed, ovviamente, New Hyronja.
Si parla del periodo tra la fine degli anni 80 e tutti gli anni 90.
In questo periodo chi voleva andare in un locale (più spesso una situazione autogestita piuttosto che un festival di gruppi di base) e ridere, stupirsi, avere qualcosa da raccontare in giro, ebbene non doveva fare altro che attendere di vedere la scritta New Hyronja in un volantino autopodotto attaccato ad un muro.
La prima volta che sono entrato in contatto con questo nome è stato attraverso un amico, Paolo, un insospettabile che non ascoltava praticamente musica ma che, come tanti coetanei, si era fatto trascinare da una cassetta di un gruppo che aveva la sconsideratezza di dire (ai tempi della Pantera, dell'Isola, della Fabbrika, della rigorosissima Vereda) cose tipo "poni il pene sul pane Ugo!", "Vespasiano, vespasiano". Che aveva un chitarrista (l'inossidabile Claudio Severi), che nulla aveva, probabilmente, a che vedere col genere umano. Che era circondato da una fauna veramente assortita di personaggi collaterali quali Il Meganoide, Gianni Pinardi
l'uomo calendario, Il rain man Bolognese Fausto Bigi ed altri ancora.
Soprattutto al tempo i New Hyronja avevano mutuato dalla mitica Bologna la Rock
Skiantosiana, una attitudine alla teatralità che, più o meno consapevolemente, ha influenzato un po' tutti i gruppi che sono venuti in seguito (e lo dice il cantante di uno di questi gruppi).
Loro, unici tra i gruppi dell'epoca, avevano capito che lo spettacolo non poteva limitarsi al semplice suonare (si cantava ancora in inglese a Bologna) ma che anzi era negli spazi tra una canzone e l'altra, nelle pause suonate ma non cantate, che si doveva dare qualcosa di diverso, di più.
Ed allora sanitari sul palco, tonno sulla testa, copricapi a forma di gallina, costumi, un
personaggio col volto allucinato che indossando un largo foglio stile Sandwitch pubblicitario andava in giro per il pubblico a farsi scrivere messaggi letti puntualmente dal cantante Maso con tanto di commenti: era Il Fax Umano, una delle tante comparsate ed idee geniali dei New Hyronja.
Assolutamente mitiche, epocali le pietose imitazioni dei portici di Bologna di Claudio Severi (non lo avete visto in faccia, non potete capire), le interrogazioni di storia, poesia, geografia cui il crudele ed argutissimo Maso sottoponeva il malcapitato chitarrista, le folli improvvisazioni teatrali di Miro.
E le canzoni:certo suonate in modo approssimativo, sicuramente incerte ma spumeggianti e freschissime. Non si trattava di gente che suonava con scarsa perizia e quindi il risultato era buffo (è qui il genio), si trattava di gente che rendeva una propria mancanza tecnica, una dote. Creavano una commedia dell'errore, dell'assurdo che davvero aveva tantissimo da trasmettere, tanto che di recente mi sono imbattuto in un altro insospettabile il quale mi ha confessato di avere fatto, al tempo, più di una cover dei New Hyronja.
Il loro era un rifacimento di canzoni alternative famose con testi mutati, desacralizzati.
Dove un alternativo anglo sassone parlava di disperazione e rabbia, Maso scriveva di Dante Alighieri a Bologna il quale "nel mezzo del cammin di sua vita si trovò ai Giardini Margherita".
Poteva sembrare una sciocchezza ma con l'arma di una ironia deviante e sempre consapevole New Hyronja di fatto ridicolizzava l'eccessivo impegno vuoto e stereotipato, una serietà di maniera che già da tempo aveva stancato un po' tutti e non trasmetteva nulla.
Dove proliferava l'idea di ripercorrere le soluzioni, la lingua e le ambientazioni anglo sassoni, spocchiose, tristi, ormai sempre più fini a sè stesse ma idolatrate dalla critica passiva (della gente prima che dei media), i New Hyronja producevano inedita ambientazioni locali, parlavano di situazioni tanto piccole, inutili, futili che risultavano esilaranti.
Esilaranti soprattutto per la indiscussa capacità di Maso di suscitare divertimento anche solo quando parlava di una lista della spesa.
La fase successiva, se ha perso forse un po' di smalto scenico (forse anche giustamente) ha guadagnato in termini di canzoni.
É il periodo dove i New Hyronja scoprono i Pixies, è il periodo di veri e propri capolavori (purtroppo mai usciti in CD) quali Guidando di Notte, Vorrei Vivere a Budrio (fantastico il video) ed il mio pezzo in assoluto preferito: la immensa Amo i Pooh.
É il epriodo che precede di pochi anni la prima uscita discografica del gruppo, quello di un concerto alla Skandellara dove tra le prime file, infervorato, esaltato, trovavi lo scrittore Brizzi con gli occhi spalancati di divertimento ed ironica ammirazione per gli Hyronja.
Poi la formazione muta.
A Maso ed a Makkia si aggiungono Michele il Genio (Genio perchè si era imparato dieci pezzi in una seettimana!!!!!), il chitarrista Van Basten probabilmente venuto da un altro pianeta, il batterista Simone (poi sostituito dal "Metronomo").
Un gruppo veramente ben assortito!!!
Si sente dannatamente la mancanza di un Severi, ma i tempi cambiano, Severiè cambiato....forse.
La formazione approda al disco uscito in split con i Norzs: Grand Hotel, il primo disco vero.
Gli Hyronja abbandonano le cover, nascono dei grandissimi pezzi quali la epocale Pacciani è un brav'uomo, X Files (Ufo a Casalecchio), Drughè, Grazie Cesare,
pezzo forse debole ma dove svetta un Baudio (ex Fuori Zona) d'eccezione.
C'è nei vecchi fans il rammarico di non poter beneficiare di una registrazione di qualità dei grandi classici, quante volte, ad esempio con il Pavone dei Votiva Lux ho parlato di finanziare congiuntamente un the Best of...dei New Hyronja.
L'aria però appare cambiata.
L'impressione generale comincia ad essere quella di una sorta di amichevole spaccatura all'interno degli Hyronja.
Tra chi farebbe più spettacolo e chi vuole fare più musica.
Prevarranno i secondi.
A Bologna il demenziale intanto rinasce e, sul modello del gruppo di Maso, riversa sui palchi locali quantità di organizzatissimi costumi, scenografie, video interattivi, comparsate, ospiti e quant'altro.
Ma proprio nel momento della consacrazione New Hyronja ha da tempo abbandonato la teatralità, di fatto comincia ad abbandonare il concetto (qualsiasi cosa esso voglia dire) di Rock Demenziale.
Nondimeno appartiene ad una scena, beneficia delle situazioni comuni di autorappresentazione (Festival come il Nano Bagonghi, l'essere di spalla a Freak Antoni etc. etc.) eppure questa scena comincia a stargli strettissima.
Problema: per tutti i New Hyronja ha da tempo abbandonato la teatralità, di fatto comincia ad abbandonare il concetto sono un gruppo demenziale, anche chi li conosce bene (il sottoscritto) fatica a non rimpiangere il vecchio corso e si pone interrogativi sulla validità del nuovo.
I pezzi migliorano, si fanno più complessi, più vari e ricchi di riferimenti, la
registrazione del nuovo disco Corpi Estranei è sempre più professionale, e non mancano episodi che non si possono non definire validissimi, intelligenti, divertenti. Musica e testo di Tamagotchi ad esempio: brioso, potente, buffissimo l'episodio di Vodka. Bitume vede una parodia intelligentissima dei severi CSI ma il resto (come in Grand Hotel) non presenta una quantità di vette sufficiente da fare stare un ascoltatore attaccato al suo Hi Fi. come invece accdeva con i vecchi, infinitamente più incerti episodi.
Si manifesta una tendenza che diventa metodo per New Hyronja: quella che vede per ogni disco uno o due pezzi veramente validi, ed il resto decisamente più debole. La musica fa il verso (ma lo fa veramente?) all'alternative di moda al momento, ed i testi, pur rivelando il talento di Maso, sembrano sempre più chiusi ed indisponibili nei confronti del pubblico.
Di fatto New Hyronja non vuole più essere un gruppo demenziale ma, forse, trova comodo continuare a beneficiare di certi privilegi della (traballante) scena demenziale.
In questo contesto nasce l'ultimo (per ora) episodio targato New Hyronja: Le
Nuove Mirabolanti Avventure di Sigfrido Castrovalva
.
Questo disco vede i ragazzi suonare al meglio delle loro possibilità, i pezzi sono forse più vendibili ed infinitamente meglio registrati (bellissime le chitarre) ma di episodi veramente significativi (in un ottica demenziale e forse non solo) non ce ne sono più di due: Ze Riflecs è un pezzo bellissimo, divertente ma con una sua profondità che prima negli altri episodi (anche i più epocali) non c'era stata.
Sicuramente un gande passo avanti, e forse anche un suggerimento sulla direzione da intraprendere. Una canzone alla Massimo Volume, con una bellissima trama chitarristica ed un testo che, tra le ironie varie, parla di una città, quella dei bolognesi di vecchia data, che non capisce il nuovo corso degli eventi e nemmeno si mostra tanto adatta ad affrontarli . Una città sempre meno Bologna, sempre, tristemente, più Italia e sempre più vittima della banalità e dell'individualismo "esiste un uomo
sul ponte di via Libia che ha bisogno di aiuto/ma io ho deciso di non
aiutarlo/non ci sono più le mezze stagioni"
.
Bella anche Bologna 2000 capitale europea della cultura, città vista dagli Hyronja come sempre più tronfia in alto e scroccona o fintamente povera in basso.
Il resto però non colpisce.
Risulta troppo ermetico forse.
Si nota una distanza tra la volontà di dire cose importanti, una sorta di snobbismo intellettuale di Maso che sfocia in un ermetismo a volte un po' gratuito ed un retaggio demenziale dal quale il gruppo (non solo per colpa sua) fatica a liberarsi.
Soprattutto si assiste al fatto che se la vecchia struttura New Hyronja aveva trovato una formula per suscitare divertimento ed emozione, oggi ancora deve
parecchio lavorare nel trovare una formula per fare riflettere.
Difficilmente (considerando come sono visti i New Hyronja) si potrà prendere in tutte
le direzioni.
Talvolta il non abbandonare totalmente la scena demenziale sembra quasi una sorta di difesa per evitare compiutamente il confronto con le realtà "serie".
Di certo, di tutta questa esperienza resterà l'indiscusso talento di Maso con le parole, il suo senso critico, la sua arguzia che, magari, passerà dal supporto digitale della canzone alla carta stampata.
Sarei davvero curioso di leggere qualcosa di più esteso ed organico di Masotti.
Il percorso intanto continua, la ricerca continua.
Gli Hyronja erano a loro modo incompresi 15 anni fa e forse lo stesso sta accadendo adesso.
Se so delineare una tipologia di fan di allora, fatico ad immaginare a quale mercato potrebbero aspirare i New Hyronja oggi.
Ma il mio è il giudizio limitato e limitante di un vecchio fan che ancora, nonostante tutto, attende il the best of....anzi il Ze best of.

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