DONATELLA - Poetessa incerta

Una bella serata di marzo, mentre tranquilla ascoltavo in cuffia la meravigliosa “The Ship song” sognando il live di Torino al Parco della Pellerina, una folgorazione mi illuminò sulla via internettiana, un ospite bizzarro mi consigliò di visitare questo sito.
Detto fatto, punto il mouse sul link e mi trovo, come per magia, catapultata in questo altro mondo sconosciuto e tutto da scoprire.
Ho visitato la titanica home virtuale dedicata alla band bolognese, ho ascoltato i brani dei New Hyronjci diverse volte.
All'inizio distrattamente dal sito... riuscendo a sentire poco e male.
Poi ho fatto il passo decisivo passando dal virtuale mp3 al reale cd.
Io, forestiera per gli autoctoni, mi sono ritrovata uno scorcio di città e vita bolognese a casa.
Nuova scoperta, le nuove scoperte mi affascinano sempre, il vizio di quelli che per natura sono curiosi di tutto.
Mi ero persino preparata una bella recensione di 5 cartelle, troppo, decisamente.
Ho letto e riletto la recensione pensando alla faccia che Maso avrebbe fatto nel leggerla, o meglio già sentendolo dire “che palleee!!” per cui, essendo di norma una personcina a modo, ho optato per una pseudo recensione estemporanea e più breve.
Ecco cosa ho scritto alle tre di notte (o di mattina), di getto, quasi in preda ad una folgorazione (la seconda nel giro di pochi giorni...e non mangio neppure pesante!).
New Hyronja fanno della vita la parodia di una lotta sempre in difetto tra ordinario e stra-ordinario.
Alla luce di questi testi è molto difficile, oggi, accostarli ad una band di “insane rock” che ci propone testi e musica demenziali.
Ed è stato questo, a mio avviso, lo sbaglio iniziale di una critica disattenta: non riuscire a distinguere quella sottile differenza che separa l' ironico dal comico, l'ironia dal cinismo.
La metafora new hyronjca della vita si allontana, definitivamente ora, dall'inconsistente verve “surreale” di chi può soltanto ritrarre i difetti del mondo e di questa nostra umanità col solo fine di porli in ridicolo per il gusto di farlo.
L'insania dei New Hyronjaè, invece, la scelta di profondare quel diverso ordinario che rende stra-ordinario un comune Sigfrido Castrovalva mirabolante tra normali storie di tutti i giorni.
Il gusto di quel silenzio che anima la vita vera, o la vita che vera crediamo, ricco di significati. Un silenzio fatto di luoghi comuni, di convinzioni non convincenti, di intime lotte e di solitudini.
Il paradosso esistenziale che ricorre nei testi di Maso , molto evidente in brani quelli “Pianeta”, è quello della incomunicabilità tra gli esseri umani.
Esistenze che si sfiorano,si incontrano, si scontrano, lottano per essere e non essere al tempo stesso, tutto questo raccontare della normalità diviene storia di vite semplici che interagiscono tra di loro senza per questo riuscire mai a comprendersi appieno.
Tra i brani più rappresentativi, per me, cito:

Meritevole di citazione Watts brano in cui la voce di Danilo non ha eguali negli altri pezzi e la musica è davvero originale.
L'ho ascoltata molte volte, davvero una splendida prova di talento (per chi avesse ancora dubbi).
Sono felice di aver scoperto questa nuova band, non supponevo neppure l'esitenza di tanti gruppi musicali sconosciuti in quel di Bologna, cosa che ho appreso visitando il sito dei New Hyronja.
Non essendo una grande intenditrice di musica, me la cavo decisamente meglio (o forse credo) con le parole, i miei entusiasmi si basano esclusivamente su istintive empatie di primo, secondo ed anche terzo ascolto.
E' però un peccato che i New Hyronja non abbiano maggiore eco a livello mass mediatico.
Forse perché la massa che siamo, tutto sommato, nasce priva di un grande senso: l'udito, l'altro udito.
Ognuno in fondo ha il pubblico che merita ed il pubblico non sempre è questo mostro sterile e poco attento che crediamo, ma talvolta la grande fuga dalla vita miete vittime considerevoli.
Forse troppo in anticipo sui tempi o forse decisamente in ritardo, in questa nostra umanità dove avere uno straccio di ideale “fa tendenza”, i New Hyronja si pongono come osservatori partecipi e non passivi di questo “vario vivere” senza la pretesa, comune ai saccenti di mestiere, di indicare o postulare alcun rimedio.
La gente è abituata alle verità assolute così come è sin troppo abituata a dissacrare tutto per una sorta di contro- tendenza che rischia di diventare, se già non lo è, pura indifferenza.
Per questo credo che i New Hyronja non potranno mai contare su un vasto pubblico, consenziente e presente,
Ma questa è anche la loro forza, considerando anche i sacrifici che tutto questo richiede.
E' stata questa in effetti una delle caratteristiche che mi ha colpito di Maso, la perseverenza, la cura profonda e caparbia di un interesse particolare, la passione.
Che poi questa passione sia un'esigenza o un trucco per distrarsi a vivere ma vivendo non è rilevante ed una di quelle domande inutili che di solito il pubblico ama porre per sondare mondi altri che sono, in realtà, mondi intimi e di tutti.
Nei testi di Maso ho ri-trovato e sentito quell'umanità perduta e vera capace di catturare l'attenzione dell'anima con sottile ironia, unita ad una percettibile amarezza a volte, senza spianarsi la strada più semplice facendo leva sul comune fascino del piagnisteo o del commovente ritornello.
Attendo con ansia la loro prossima fatica, nell'attesa curo il mio particolare ritraendo l'universale in compagnia di Nick Cave, Tom Waits e da oggi anche New Hyronja.

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