Settecappotti o settepaltò come lo chiama Loriano Macchiavelli in un libro dedicato ai sotterranei di Bologna, lo conobbi parecchi anni fa (mi sembra si chiamasse Umberto o Alberto Stignani) mentre lavoravo in banca da poco tempo. Si presentò nel salone e visto l’abbigliamento cercai di accompagnarlo educatamente all’uscita come da direttive ricevute. Mi fermò il direttore e dopo aver salutato quasi deferente lo Stignani, mi chiese di accompagnarlo all’ufficio che trattava le transazioni con l’estero. In ascensore settecappotti mi raccontò con fare estremamente gentile ed educato che portava l’elmetto da cantiere non perchè fosse matto ma perchè si doveva difendere dalle radiazioni solari ed avrei fatto bene anch’io fin da giovane a fare lo stesso; poi togliendoselo mi fece vedere un discreto rotolo di banconote contenute in esso, che mi spiegò servivano per un bonifico che intendeva fare per, se ricordo bene, il figlio che viveva in Francia. Di questo personaggio ricordo di aver visto più tardi una bella foto con lo sfondo di San Petronio su di un libro fortografico dal titolo “Bologna Caput Mundi”
Cesare Ciantelli

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