Le nuove mirabolanti avventure di Sigfrido Castrovalva

CD:

 

 

Danilo (Maso):
voci

Davide Macchiavelli (Makkia):
chitarre

Stefano
(Van Basten
):

chitarre lunghe

Michele
(Il Genio
):

bassi

Andrea Mengoli
(Il metronomo
):

batterie

 

Recensione ROCKIT

LE NUOVE MIRABOLANTI AVVENTURE DI SIGFRIDO CASTROVALVA

BOLOGNA 2000 (CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA)   testo mp3
VIVO   testo mp3
INSPIRO ESPIRO   testo mp3
PETS   testo mp3
ACARI   testo mp3
PIANETA   testo mp3
ECOALIZZAMI   testo mp3
ZE RIFLECS   testo mp3
BRANCHI DI NEBBIA   testo mp3

 

In questo piccolo capolavoro della tipologia "Conseptalbum" vengono narrate le nuove mirabolanti gesta di Sigfrido Castrovalva, eroe contemporaneo della Bologna bene.
Più spazio a basso e batteria, più spazio alla melodia, ma chitarre sempre presenti e voce che arriva dove non è arrivata mai.
Testi incentrati su rapporti (dis)umani sempre più complicati ma pur sempre degni di essere vissuti nella loro totalità e a volte nella loro pochezza.

IL RACCONTO
Sigfrido Castrovalva è davanti al suo obsoleto computer in una Bologna 2000 capitale europea della cultura circondato da mendicanti evoluti ed organizzati, da affitti carissimi e dal caro vita che il paesone impone.
Sigfrido quindi è spaesato, non capisce cosa sta accadendo poichè viene da un letargo, un lungo sonno di 30 anni, ma ora, finalmente questo sonno è finito e Sigfrido vuole semplicemente vivere... non potrà (e non vorrà) dormire più, vuole semplicemente recuperare il tempo perso e compie azioni scomposte per tutto l'arco della giornata inducendo il neuropsichiatra Vittorino Andreoli a studiare con perplessità il suo caso.
Nel suo percorso di ricerca interiore Sigfrido prova a trovare un pò di sollievo nello yoga mediante esercizi respiratori, ma ciò gli procurerà solo un effimero benessere che lo porterà a vagare in stato confusionale nell'area di servizio Cantagallo.
In questo luogo incantato Sigfrido prenderà consapevolezza del proprio temperamento solare e si scoprirà banale essere umano unico ed irripetibile, ma soprattutto solo.
Per alleviare questo lacerante senso di vuoto Sigfrido acquisterà un cucciolo di coccodrillo che gli farà compagnia per alcuni mesi (pet therapy) ma i caimani crescono e le mamme imbiancano, indi per cui l'alligatore ormai cresciuto finirà nello scarico del cesso.
Sigfrido si ritrova di nuovo solo, ma un pò più forte e cnsapevole.
Per alcuni anni si chiude in casa a guardare la televisione trasformandosi in un enorme acaro videodipendente divenendo un tuttuno con il divano del suo soggiorno Ikea; in questo periodo sa tutto di tutti i personaggi televisivi, ma con il passare del tempo si rende conto che si sta annullando giorno dopo giorno e che sta solo osservando passivamente le vite reamente vissute dai finti eroi dello schermo.
Fortunatamente se ne accorge in tempo e si ribella trasferendosi a Granarolo dell'Emilia dove vivrà solo per pochi mesi.
La solitudine di questa Milk-Uolley isola sempre di più Sigfrido dalla sua dotta città natia e cresce in lui un sentimento di nostalgia che lo porta a recarsi frequentemente nel Centro commerciale Pianeta; queste continue trasferte fanno crescere in lui una forte misoginia associata a misantropia e ad un acuto disprezzo nei confronti del genere umano.
Dopo l'esperienza Granarolese, il ritorno a Bologna non è dei più facili.
Sigfrido si ammala di un misterioso male alla prostata di natura psicosomatica che verrà curato grazie a frequenti rettoscopie.
La vita si fa sempre più dura e complicata; i pochi solidi legami che Sigfrido teneva stentatamente in piedi vacillano di giorno in giorno, costringendolo a rompere con tutti ed a cominciare a riflettere su di sè in termini costruttivi.
Sul ponte di via Libia assiste ad un tentativo di suicidio, ma decide di non intervenire e non prova alcun rimorso.
Sigfrido ormai ha tutto chiaro, non può perennemente fuggire da se stesso e dagli altri, non può continuare a difendersi continuamente dal mondo che lo circonda, ormai deve decidersi ad affrontare la realtà, magari cambiando aria per cominciare a costruire qualcosa che lasci una traccia del suo effimero passaggio su questa terra.
Non importa cosa, importa solo che esca da questo loop di inconcludenza cronica.
Siamo sicuri che ce la farà, è troppo determinato oramai.
In un'uggiosa mattina di autunno Sigfrido ha preso la sua macchina ed è fuggito da Bologna senza lasciare detto nulla a nessuno.
É partito prestissimo, direzione: Castrovalva.
In strada c'era solo lui ed una nebbia che si tagliava con il coltello, visibilità zero.
Verso le 7 di mattina è sceso dall'auto e si è messo a guardare il mare per ore ed ore.
Era felice.

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