Oltre
a possedere due dei loro cd, ho avuto la fortuna di essere nel pubblico
a uno dei loro concerti (Scandellara,
estate 2001).
Avevo scritto un articolo sui New Hyronja su Z.I.C
e avevo conosciuto "personalmente", solo poche settimane prima,
(grazie all'amico comune Dario Parisini) Danilo
Masotti, cantante, scrittore, folletto lucido e umoresco la cui "verve"
(sinonimo di intelligenza in chiaroscuro) mi aveva colpito fin dal primo
incontro.
Considero una rarità e un privilegio incrociarmi a volte con la
mente elastica e brillante di chi fa dell'ironia una sintesi del mondo;
un'ironia che non usa né il sarcasmo né l'arroganza per
giudicare il mondo, ma che lo osserva e lo vive da un portico del centro,
testimoniando i vizi e le virtù di una provincia che è il
modellino in microscala di ciò che accade ovunque: personaggi e
persone, uno nessuno centomila
Danilo
ha gli occhi mobili e furbi di chi fruisce la realtà, la tocca,
la descrive e la riporta in musica; pur mantenendo una sorta di irriverente
aura contemplativa, o filosofico-solfanaia che dir si voglia.
E' bravo ad accendere fiammiferi di puro, caustico oltranzismo rispetto
a ogni minimo o massimo sistema.
Può sembrare che stia facendo una battuta, e in realtà
ti ha appena lanciato una pietra, su cui puoi riflettere o da cui puoi
scansarti.
Così, la "leggerezza" diventa una boccata d'aria dopo
che hai nuotato in profondo e sei risalito, per respirare o per raccontare
una storia.
Così, tra un linguaggio fumettistico e un sorrisetto che tutto
accoglie e tutto screma, ti senti libero da ogni pretesa di avere in mano
certezze o perentorie chiavi di lettura, e hai la sensazione che la vita
sia qualcosa di più ampio e di più scivoloso di quello che
le parole sbiadite e politicamente corrette vogliono farti credere.
Guardando i New
Hyronja
sul palco ho pensato che sono dei bravissimi musicisti, che Daniloè
un leader perfetto, canta bene, si muove bene, e ha anche la capacità
sorniona e delinquenziale di sclerotizzare le parate del rock in un gioco
di distorsione della realtà (funamboliche logiche dell'assurdo),
un po' tra l'esistenzialismo francese di Jarry e le tavole di Pazienza.
Ai
loro concerti ridi, ti diverti e ascolti buona musica.
Non hanno il piglio smargiasso di certi gruppi demenziali.
No, loro ti scaricano le casse al mercato in frak.
Se ti invitano a cena, magari ti aprono la portiera dell'auto, anche se
il sedile non c'è.
Insomma, hanno una loro eleganza.
Poi
sono lì per dirti che la vita è una cosa seria, talmente
seria che a volte, per resisterle, devi alleggerirla e riderci sopra.
Sono lì per dirti che un bravo musicista ha il dovere di prendersi
sul serio fino a un certo punto, perché oggi si suona, domani non
si sa.
Tutto è imprevedibile.
Tutto è un gioco da giocare, duramente e teneramente.
Hanno anche creato una rete di sintonie,
di comunicazione, di "affinità elettive" con un sito
che è uno stile di vita, un mezzo di comprensione ardito e genuino
del mondo, con fiori e pallottole, sentenze e baci in bocca.
L'esagerazione ha un suo lirismo, per questo mi incanto nel sentire certe
prese in giro a gruppi famosi
E poi cosa c'è di più esagerato della realtà, oggi?
(14 settembre 2001 Siamo tutti americani?).
Comunque,
ora che li conosco, non potrei più fare a meno di seguire le loro
tracce
http://www.musicapuntoamici.com/grazia
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