5
Febbraio 2002
ENZO JANNACCI LAIV
AL MEDICA PALACE
Grazie
alle mie bazze da artistoide bolognese ben introdotto nel tessuto
asociale andergraund, ma costantemente con le pezze alculo,
ottengo N. 1 accredito x andare a vedere il laiv di Jannacci
"Come gli aeroplani" e mi intrufolo al Medica Palace
Square Garden.
Jannacci lo conosco pochissimo e non ho mai avuto il desiderio
di approfondire l'argomento, ma ho sempre apprezzato il fatto
che non sa assolutamente cantare.
La sala e piena x tre quarti ed il pubblico è molto fricheterogeneo
multigenerazionale.
Arivo al pelo e il laiv ha inizio subito con un filotto di canzoni
tristissime a me sconosciute ma apprezzate dal pubblico di aficionados;
la scaletta viene tirata su da una cover di "Via del Campo"
cantata alla cazzo, ma molto toccante.
Segue una versioncina di 40 minuti di "Quelli Che"
dove il milanese ne approfitta per parlare del Milan, di Berlusconi,
degli Operai etc. etc.
Fine primo tempo.
Mi scappa una gran pisciata e nel bagno mi accoglie un gruppo
di persone anonime tra le quali spicca un ciccione con una maglia
di flanella che dice che Sassulo è diventata pazzesca.
Incuriosito da questa rivelazione mi accomodo di nuovo nella
mia poltroncina pensando a Sassuolo, ma le luci si spengono
subito e mi gusto "El purtava i scarp da tenis", a
seguire un'altra canzone sui generis che parla di uno che va
sotto a una macchina ed infine "La fotografia" (quella
che parla di un ragazzino di 14 anni che va sotto a una macchina).
Allegria.... direbbe Mike Buongiorno, ma non mi scompongo, mi
aggrappo a quel pò di ottimismo che mi è rimasto
e osservo la bravura del figlio di Jannacci alle tastiere, praticamente
identico a Enzo da giovane, ma con
lineamenti che possono ricordare un pò Kermit, la rana
del Muppet Show.
E vai con la canzone sul Partigiano, il walzerino di Bandiera
Rossa e Son Sciupàààà.
Minuti interminabili conclusi dall'ultimo pezzo dove Jannacci
ci ricorda che "siamo solo di passaggio" con tanto
di dedica ai portatori di handicap ed al loro coraggio di vivere;
ovviamente viene eseguita E LA VITA L'É BELAAAAAA e il
pubblico si scalda di brutto.
Fine del concerto.
Ma come?
Fortunatamente seguono una serie di bis, dei quali uno a sorpresa,
proprio
quando qualcuno era pure già uscito dal teatro.
Grandiosa interpretazione di "Ho visto un re" e tante
belle parole più altre
canzoni.
Fine.
Stavolta sul serio.
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