L'OMINO
DEI BOTTONI
C'era un omino che c'aveva addosso
degli strani bottoni: anzitutto "ON" e "OFF"; ON,
che era regolabile, si accendeva alla mattina da solo, così che
l'omino poteva andare a lavorare.
Alla sera, poi, quando l'omino doveva dormire, spingeva il bottone
OFF e così poteva dormire.
Dopo un po', però, si era stufato di lavorare e dormire e basta,
così andò dal Costruttore e si fece mettere altri due bottoni: uno
di colore violetto con scritto "PAUSA", e che serviva per
riposarsi un po', da usarsi ogni tanto se era stanco ma era ancora
giorno e non si poteva ancora dormire.
L'altro bottone poi, di un bel colore rosso ferrari, c'aveva scritto
"AGITAZIONE" e si poteva usare ogni tanto, ma proprio ogni
tanto alle feste di compleanno o della laurea di qualcuno, perché
se si premeva quel bottone si cominciava a urlare, a ridere e a
ballare fino a rotolarsi per terra e se non si era ad una festa
si passava per matti e la gente ti guardava.
Però l'omino si era un po' stufato di tutte quelle regole e appena
poteva premeva PAUSA e meditava un po' triste.
Poi alla fine si stufò anche di stare in PAUSA e cominciò
a premere due e anche tre bottoni alla volta per vedere cosa succedeva,
così delle volte era allegro e triste nello stesso tempo, oppure
stanco e agitato ma in PAUSA e così gli usciva anche il fumo
dalla testa e cominciò a dar di matto e a dire i numeri, contava
in continuazione 1, 2, 3... e diceva tutti i numeri che sapeva;
insomma dire che dava i numeri è poco, finché un bel giorno, mentre
era tristallegro passò un autobus arancione e lui ci salì su.
C'era tanta gente: nonni, punk, bimbi..., insomma di tutte le fatte,
e l'omino, per fare un po' di festa premette il tasto AGITAZIONE.
Che successe! L'omino prima cominciò a ridere a squarciagola e a
raccontare barzellette buffissime, poi a ballare e a rotolarsi per
terra, tanto che tutti furono contagiati e si misero anche loro
a ballare e a scherzare e a darsi le pacche sulle spalle bonarie
e a baciarsi tra di loro.
I punk tirarono fuori dai loro chiodi, che sono i giubbetti rock,
delle chitarre e cominciarono a suonare mentre tutti gli altri cantavano;
insomma su quell'autobus c'era una festa fantastica, tanto che anche
l'autobus si mise a ballare e addirittura ad un certo punto prese
il volo e sparì per sempre nel cielo e non se ne seppe mai più niente,
né dei punk che suonavano né della gente che cantava e ballava alla
festa mobile né dell'omino dei bottoni.
autore:
Cristiano
Merini
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