I
RACCONTI DI VAN BASTEN
IL
DUBBIO
Fu
quando scoprì le cose come stavano che decise di non aspettare.
Non era altro che una fanciulla in calore, cioè una ragazza che
emanava molto caldo.
Prese la cornetta in mano e diede un colpo di telefono talmente
forte che lui, dall' altra parte stramazzò tramortito.
La sua stanza non era altro che un brulichio di luci, che specchi
specchietti e oggetti di cristallo mantenevano sospesa come in una
traspirazione continua e vibrante. La sua stanza vibrava, sì, era
viva, talmente viva che a volte lei, Pinzia, era costretta a darle
da mangiare.
Per contro, la stanza di lui, Serfio, era talmente morta che talvolta,
sua madre le portava i fiori.
Abbiamo ora due personaggi legati ad un filo, quello del telefono.
La bella Pinzia stringe, elettrica nella sua vitalità, una cornetta
rossa, l' emaciato Serfio, con la mano indebolita dal veloce masturbarsi,
accarezza amaramente la sua cornetta nera, disteso.
Sono entrambi tifosi del Milan.
Le cose comunque stavano così.
Dieci anni prima, alla loro prima Comunione, si erano innamorati
in un batter d' ali di colibrì. Lui era vestito di grigiospento,
i suoi occhi già cupi a quell' età, davano alla sua persona un ché
di stantio, sembrava che al posto dell' aura tanto amata dai Santi,
avesse un' ombra che lo accompagnava ovunque, sulla testa e in generale
in tutto il corpo.
Pinzia indossava un vestitino bianco tutto ricami e pizzi. I suoi
occhi blue, i suoi capelli neri, denti bianchi unghie curate orecchie
ben lavate, sembrava le conferissero quel potere occulto, dono di
poche persone , di trasformare in diamante, cristallo e naturalmente
oro tutto ciò che toccasse.
Due calamite!
Il segreto di Serfio quel giorno, era il profumo, anzi, il deodorante.
Un magnifico deodorante che sua madre gli aveva attentamente spruzzato
sotto le ascelle.
Quel giorno era caldo, molto caldo.
Quel giorno Pinzia, ormai novenne, sulla soglia dei dieci anni,
durante i lunghi preparativi, aveva deciso di innamorarsi di qualcuno.
La calura afosa di quella mattinata aveva reso i bambini inavvicinabili,
vuoi per l' alito, vuoi per l' ascella che aveva ceduto, forse qualcuno
aveva indossato le scarpe senza calzini.
Insomma, l' unico che emanava un odore gradevole e fragrante, nonché
malizioso, dolce ma secco, fermo ma non troppo, l' unico ripeto,
era Serfio.
Guidata da questo refrigerio olfattivo, da questa Rosa Nera circondata
da un mucchio di margherite che non suscitavano altro che raccapriccio
per il suo nasino, Pinzia si avvicinò sicura e luminosa a Serfio.
Era il momento in cui lui, aprendo la bocca e lasciando vedere oscenamente
la propria lingua bianca e i denti puliti ma color ocre, si accingeva
a fare la prima Comunione.
Ma il profumo, aaahhh, quel profumo penetrava più nel cervello che
nelle narici.
E l' ombra, quella salvifica ombra di lui, Serfio, che inteneriva
e rendeva finalmente meno assordante la luminosità di Pinzia.
E il profumo, non dimentichiamo, era il selvatico O' de Ofishìn.
Il profumo e l' ombra.
Tolto il profumo cosa rimane? L' ombra.
Per un attimo il tempo si fermò per tutti.
Per dieci anni il tempo si fermò solo per Pinzia e Serfio.
Poi accadde.
Un avvenimento straordinario nella sua catastroficità. Impensabile.
La Dè Hashél aveva bloccato la produzione del deodorante. Anche
perché Serfio era l' unico cliente, escludendo colui che aveva ideato
questa aromatica essenza ( Composizione di base: Pomodori verdi,
fritti davanti alla stazione, alcool petilico e un pizzico di senape
"che non guasta mai" - Segreto professionale: saliva di
ratto, scendeva la ragazza e, a seconda della temperatura esterna,
un po' di modori rosso cupo).
Ebbene, il segreto di Serfio, il dubbio di Pinzia, la sorpresa della
ditta Dé Hashèl.
Questi i misteri, miscellanea di avvenimenti, di tormenti interiori
da parte di Pinzia.
A dirla tutta, Serfio aveva due segreti che stavano inesorabilmente
per affiorare. E c' era Pinzia che non aspettava altro ormai, guardava
il fondale degli avvenimenti, scrutava, scrotava e altro.
Noi, come spettatori di questa tragedia Shakespiriana, abbiamo il
dovere di rovistare fra queste macerie di indizi pur rimanendo imparziali,
come un arbitro in Bologna-Juventus.
Hellery Queen a questo punto non si domanderebbe, rivolgendosi ironico
al suo pubblico " Allora avete capito chi...", ma più
dubbioso, tormentato da un' ansia dura come una quercia direbbe
" Non capisco... non capisco dove sia il problema".
Allora qui entro in gioco io, ponendovi una breve domanda: "
Secondo voi, cosa può essere successo dopo il calo repentino di
desiderio sen-ssuale di Pinzia nei confronti di Serfio, provocato
unicamente dal misterioso deodorante, lei, consapevole del fatto
che dieci anni prima, alla prima Comunione, proprio nel momento
in cui il suo cuore traboccava d' amore fino a farle uscire strani
liquidi fluorescenti dagli angoli della bocca, e che aveva notato
Serfio dirigere lo sguardo buio o perlomeno privo di segni di vita,
verso la bambina di fianco, per almeno un secondo?"
Per dieci anni non aveva fatto altro che pensare a quel momento.
Eppure, anche se Pinzia aveva un carattere semplice e diretto, questo
fatto l' aveva tormentata oltremodo.
Nel meriggio, Serfio si era incontrato con quella bambina di nome
Mirta?
Ora, la storia si mette davvero sul tragico.
Se durante questi anni il dubbio l' aveva corrosa, la gelosia accecata
e anche se il problema occhi era stato risolto con un buon collirio,
Pinzia ormai non amava più Serfio ( ricordiamo il problema deodorante
).
Ora non le interessava più cosa fosse successo quel dannato pomeriggio.
Si erano scambiati un bacino sulle guance o forse si erano spinti
oltre, ad esempio un pizzicotto sul polpaccio. Avevano giocato al
dottore? Senza laurea però...mmmhhh.
No, non le interessava più, davvero.
Però aveva un appiglio per poterlo lasciare con una buona ragione.
Per telefono Pinzia gli disse " Serfio, non te ne ho mai parlato,
ma ormai sono sicura, quel pomeriggio con Mirta, dieci anni fa,
é successo qualcosa... qualcosa di grave, un' ombra che non potrà
mai essere cancellata, io non posso vivere dentro questo mostruoso
dubbio...
anche se non é successo niente...
non potremo mai...
ti lascio! Tuh tuh tuh
Era successo, non era successo?
Era successo. E lui ora stava di cesso.
Pinzia aveva ragione, ragione da vendere!
Non ci resta altro che osservare Serfio, supino, giupino rimanga
fermo Rino, con la cornetta nera, la sua mano callosa semiaperta,
svenuto.
Ma, guardiamo attentamente. Serfio indossa un paio di pantofole
grigiotopodifogna semiaperte, che lasciano intravvedere un luccichio
nella sua unghia giallognola.
E' luce... luce che si sta espandendo!
Forse tra dieci anni...
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