I
RACCONTI DI VAN BASTEN
NELLA
NOTTE
Uscì
di casa che era notte fonda.
Zairo era rimasto a pensare per ore, sdraiato sul pavimento, di
fianco al balcone della sua stanza.
Quella giornata gli aveva trasmesso malinconia, la consapevolezza
di rimanere triste ancora a lungo.
Era turbato.
Nel giardino, suoni leggeri, fruscii di piante e di brezze, il lento
gorgogliare del ruscello.
Suo padre, quel giorno si era comportato in maniera fastidiosamente
autoritaria.
Capì che il lungo tappeto nella sua stanza, le statue bianche lungo
il corridoio del Palazzo Reale, gli arazzi, le colonne, le scale
di marmo grigio, erano di suo padre.
Neppure un granello di polvere era di Zairo.
Buio e niente altro, si trovava nel giardino più bello del mondo
e non vedeva altro che ombra scura
solitudine
nel bello
e piangere lacrime secche
senza toccare col petto
la vita.
Zairo si avvicinò al ruscello, in cerca d' acqua...
Improvvisamente un scimmietta balzò da un ramo, cadendo sulla spalla
del Principe.
Panico e stupore si impossessarono di lui,
ghiaccio negli occhi
calda paura
Lenta calma
leggero possesso
ora
la scimmia è tua!
Uscire dal giardino era cosa facile, pensò, incamminandosi verso
il cancello aperto.
Avvicinandosi, sentiva crescere un leggero ronzio, un peso forte
alla testa.
Cominciava a non avvertire le gambe, la schiena e la forza che la
sorregge.
Solo scimmia
presenza sulla spalla,
minacciosa e crudele
dolce e mansueta
Si accinse ad attraversare il cancello.
Nella villa, solo il lento danzare di una tenda, e il viso pulito
e cupo di una donna. Sua madre.
Zairo! Zairo! Voci lontane e rocciose
rapiscono i sensi
staccati.
Tutto rimane nell' ombra
e il buio avvolge il tuo essere
con un mantello vero.
Svenne.
Si svegliò a pochi metri fuori dal cancello. La scimmia era ancora
avvinghiata e perdeva sangue da un orecchio.
Il Principe iniziò a correre a perdifiato, inciampando, cadendo
in pozzanghere nere, sulla ghiaia bianca lungo il sentiero, ferendosi
braccia e torace con i rami degli alberi.
Un Dinosauro si parò davanti alla sua corsa, ed egli si inginocchiò
ai suoi piedi, piangente...
" Ho perso...
ma se le cose
che non ho fatto...
Amore e gioia... buio e...
Aiutami, ti prego! "
Zairo era in un evidente stato confusionale, svenne di nuovo.
Si svegliò nel bel mezzo di una festa.
Era seduto davanti al banco degli aperitivi e osservava le persone
che lo circondavano.
C' erano due uomini che si catapultavano in aria, lungo una fune
sottile, collegata chissà dove.
Tre donne si accarezzavano i capelli, lentamente.
Abbassò lo sguardo verso il banco ed avvertì una sensazione anomala
al petto
paesi intonsi
dal verde abbagliare
e spalle forti
per lasciarli appoggiare.
Ciò che si muove
nel cuore di Zairo
è la sua scimmia
che chiamerà Aria.
Uno sciame di persone, trotterellando, si avvicinò lentamente al
Principe.
Si soffermavano continuamente su piccoli particolari, il brillare
dei bicchieri, il riflesso dell' acqua nelle caraffe, il bagliore
delle lucciole intorno, il luccichio degli occhi presenti. Composti,
si affiancarono al Principe e riempiendo i loro bicchieri di vino
brindarono in occasione
del nuovo mare
Si ubriacarono al ritorno
di selva nel cuore
Mai più torneremo!
intelligenti e colti
come bambini capricciosi
Sfregheremo il petto
con prurito antico
su cortecce di quercia e noce
e guarderemo le femmine
con stupore
titubanti e forti, gentili finalmente.ù
Il vino si diffuse nei pensieri e gli oggetti traspiravano luce
calda ed aria buona. Di fianco a Zairo sedeva un uomo antico, ritto
sullo sgabello, nobile e brutto.
Il suo nome era Ante.
Si alzò, fece per allontanarsi con fare serio, ma il Principe appoggiò
il suo braccio sulla spalla dell' uomo.
Pianse leggero
" Parlami del mondo nuovo"
" Ma scherzi?
Là ogni scintilla ti penetra
nella bocca
Ah impossibile descrivere
cavalli
corrono veloci e bianchi
e uomini
veri
che piangono e ridono forte
poi donne
senza vestiti e spalle tenere e rotonde
e tutti ridono e si danno dei pugni
indicano una stella...
iniziano a correre
Alcuni bevono acqua pura
fresco nel petto
brillano
Prova ad immaginare
aria
fresca
che si avvolge nella pelle
come crema gelata...
Beh, ora torno a dormire" disse Ante.
Vento e tempesta si scatenarono senza preavviso, accompagnando due
donne che si avvicinarono a Zairo.
Rimasto solo, il Principe rivolse loro lo sguardo con dolcezza.
Riusciva a vederne solo una chiaramente, l' altra si ritirò immediatamente.
Bella e nera disse "sono 550...dollari".
Furono lampi di furore e desiderio quelli che attraversarono la
schiena di Zairo
lupi abbondanti
mangiarono lobi
e labbra di Zaira la nera.
Lei si chiamava Zaira, i suoi occhi erano irresistibili.
Cominciarono una danza che non avevano mai conosciuto, rullando
sangue di lui sulle tempie di lui, di lei. La terra li accompagnava
in un ritmo senza respiro e gli occhi delle cose intorno non potevano
fare altro che seguire questa pazzia antica e bella
scintilla, scintille scoppiettio scoppiettii
fuoco vampata blu e rossa
scintilla fuoco blu
scoppiettii...
poi loro distesi all' ombra.
" Allora? " chiese amaramente Zairo " Quanto volevi?
"
"...nt..."
"Come scusa? "
"...nte..."
" Non riesco a capire cosa dici " disse Zairo.
" Niente " disse lei " non voglio niente".
Zairo corse forte, sempre più forte, pressione negli occhi, sangue
nei piedi... rallentando iniziò lentamente a camminare, tornò nella
direzione di lei. Mano nella mano con il destino
questa notte ho sognato...
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